- Innanzi al Muro
Crivellato di pallottole e punteggiato di brandelli Di carne umana Cadeste uno sull’altro Avvinti in un groviglio di corpi Fumanti di sangue Nel sacrificale rito di barbari Cui fu legge il mitra Trasalì in quell’ora Il cuore delle mamme e delle spose Muta rimase la città dolente Senza più lacrime Su la comune fossa altare di supremo olocausto Con l’acre odore di sangue Alta si levò la Gloria Non di chi uccise Ma di voi che cadeste Fu la vittoria Perché divina legge Vuol vincitor chi muore Da quelle nere zone intrise di sangue e di carne perenne echeggia al muto viandante un testamento sacro libertà e pace
Mons. Spaziani
- La forza del ricordo
Noi siamo tornati indietro nel tempo per avere la forza di ricordare. Un giorno senza parole un’alba sperduta nella memoria della storia, le anime fredde dei tedeschi nelle calde giornate di giugno. In un silenzio profondo, il bussare alle porte del popolo, strappare gli uomini dalle proprie famiglie. la gente avvolta dall’inquietudine. Udiamo il dolore e le lacrime delle 40 Vittime di un sacrificio umano. Dopo gli spari un silenzio assordante che spezzò la quiete. E noi oggi, riuniti qui, con un fiore in mano, per essere testimoni di questo ricordo. Per far si che altra gente non versi lacrime ingiuste, mantenendo nel nostro cuore il ricordo vivo di queste persone morte senza nessuna colpa. Uomini innocenti, con la paura negli occhi senza sapere il perché. La nostra forza unita è data dal nostro ricordo. Questo per evitare altre ingiustizie
l consiglio comunale delle ragazze e dei ragazzi
Gubbio, 27 Gennaio 2010 - Ci sarà Pace
Non prima che ogni uomo riesca a saziare la fame e la sete Ci sarà pace Non prima che ogni uomo riesca a vestirsi dell’essenziale, Ci sarà pace Non prima che ogni uomo riesca ad esprimere i propri ideali Ci sarà pace Perché pace non solo è assenza di guerra, ma amore, giustizia, tolleranza. Allora, salviamo il mondo che soffre aiutiamolo a crescere, stringiamoci sempre la mano: Ci sarà Pace
Alunni scuola media “Mastro Giorgio”
- Memoria
Sulle soglie dell’estate Sulle soglie del corso Si udì uno sparo … … e poi il silenzio. La gente spaventata Per le vie scappava E in quel momento la tragedia si consumava … e poi più nulla. Appena scavate le fosse Il muro fu pieno di pallottole rosse Rosse di sangue innocente… il sangue della nostra gente. La gente piangeva straziata Per una tragedia appena iniziata Per una guerra mai finita… perché fa parte della nostra vita.
Alunni scuola media “Ottaviano Nelli”
- I Quaranta Martiri
Gubbio 1944 Sangue che gronda innocenza Grida straziate ed inermi Dalle gole morenti Serrate di gelo Contro i mostri d’acciaio contorti di morte Generati dall’odio e dalla paura Occhi senza lacrime E amari giorni futuri di vuoto Di mogli e di madri e di amati bambini Nel sole tremante di freddo Pur dai piedi di quel muro Sbriciolato dalla nera violenza Paura malata d’orgoglio e di morte Una gemma innocente Si disseta A una perla di rugiada
- Silenzio
Silenzio da parte del mondo È tempo di ricordare Nel passato e non soltanto si son fatte tante cose morti, stragi, distruzioni troppo tristi e dolorose Silenzio da parte del mondo È tempo di pensare: stiamo in silenzio assoluto l’uomo moderno si fermi rifletta su quanto è accaduto Silenzio da parte del mondo Ed ora è tempo di agire: cambiamo il volto del male, perché tutto quello che è stato, non si ripeta mai più.
Alunni scuola media “Mastro Giorgio”
- Memoria
Ad ogni lapide del Mausoleo Quaranta petali di rosa fuxia la gente passa son passati anche loro. In questa via della resistenza immobili nell’aria tragica la via è un incanto là li bacia il sole.
Dante Ambrogi
La fossa di Gubbio
Presso alle spighe che il sole di giugno matura, accanto ai solchi fecondi che han coronato il lavoro dei forti, è stata scavata una fossa. L’ha voluta la legge del sangue, l’hanno scavata le braccia tremanti dei condannati alla strage. Ed or li ricopre la terra più buona e pietosa degli uomini folli e omicidi. Li accolse nell’erba tragica e bianca simile a madre dolente -in nome delle madri dolenti!- che allarga le braccia frementi ad accogliere il figlio che cade. Quaranta ne volle la legge del sangue, innocenti miti ed ignari, a placare l’orribile Moloch immortale ed orribile assetato di sangue innocente. Li strappò al lavoro e all’amore alle mamme li strappò, ai figli e alle spose, come una furia che passa e distrugge la gioia e la vita. “Figlio mio!” implorava dal letto la mamma paralitica e sola. Dieci figli nella misera casa Si aggrappavano al padre… La vecchia nonna additava ai crudeli Cinque poveri bimbi che avean già perduto la mamma. E da tutte le case usciva il pianto atterrito di mamme di bimbi e di spose. Tre tombe la sadica furia avrebbe scavato nell’unica casa e i due orfanelli avrebbero ucciso alla vedova madre. *** Il gruppo umano dolente, sospinto dai demoni armati, fu portato alla fossa. “Misericordia! pietà!” gridavano agli uomini e a Dio. che profferir non poterono la loro difesa… Nel gruppo due giovani muti e sordi dal nascere, che non udiron la loro condanna Nel gruppo due donne, la madre e la figlia la più desolata Pietà scolpita ne la carne e nel sangue. Ultima cadde la madre: suprema ferocia, ovver misteriosa pietà della sorte, che a quei figli infelici sul limitar della morte donava una madre presente che poi li guardò con occhio di pianto atterriti; giacque con essi a ridir nel silenzio profondo -spenta l’eco della mitraglia assassina- che in lei tutte le mamme giacevan là sotto col cuore sanguinante e morivano anch’esse nella fossa dei figli. *** La legge barbarica, relitto dei secoli neri, ha imposto il suo tasso crudele di turpe usuraia: QUARANTA per UNO. Ma come il seme del grano scende nei solchi e vi muore per rifiorire nei campi simile alle onde del mare lievemente agitate nel flusso e riflusso, cosi scesero i martiri nel solco di morte e di Vita e si chiamarono dalle innumeri fosse che la novella barbarie di Moloch immortale ed orribile ha scavate nel mondo, e gridarono fino alle stelle e li guardarono pie e che piangono su tutte le tombe: -La legge del sangue è bandita, soffocata da nuovi costumi che fanno civili le genti e sacra la vita. Nel centro della tragica fossa, forse tra il più dolce dei padri, e il giovinetto più puro sta confitta una croce che a tutti i carnefici impone di non più versare sangue innocente che degli innocenti e dei martiri vindice è Dio.
Mons. Origene Rogari
I Quaranta Martiri
Una impietosa fossa -ara di sacrificio!- per turpe legge barbara s’aprì ferocemente ai Martiri innocenti. La mitraglia omicida li accalcò nella terra, dove il cuor delle mamme si accolse ancor per sempre onde morir coi figli. Mai scesi erano i Martiri di morte in una tomba e di risurrezione. In quella fossa tragica confitta fu una Croce che un divino giorno per sempre maledisse la sanguinosa legge crudele e fratricida, perché la vita è sacra. Una divina Croce che dalle tombe innumeri dal folle odio scavate grida dei suoi martiri eterno vindice è Dio
Mons. Origene Rogari
PREGHIERA IN SUFFRAGIO DEI 40 MARTIRI FUCILATI DAI TEDESCHI 22 GIUGNO 1944
O Signore di misericordia, Dio dei Martiri, accogli nella Tua gloria le anime dei cari Estinti che l’odio degli uomini ha strappato dalle nostre case e ucciso con la più feroce e orribile delle morti. Per la loro innocenza, per il loro sacrificio, concedi che dalla fossa di tanto martirio, le anime loro siano salite al Paradiso. Conforta il nostro indicibile dolore, proteggi le nostre case, i vecchi genitori, le vedove, gli orfani che il barbaro eccidio ha gettato nel dolore e nel pianto. O Vergine Addolorata, che fra le Tue braccia accogliesti il corpo martoriato del Tuo figlio Gesù, addolcisci la spada che trafigge anche il nostro cuore e fa che un giorno insieme a Te contempliamo in Cielo i corpi straziati dei nostri Cari, risorti per sempre nella luce di Dio. Così sia.
Preghiera dettata da S. E. Mons. BENIAMINO UBALDI Vescovo di Gubbio